housing sociale in Brasile
Valter Caldana
introduce Massimo Faiferri
corso HOUSING SOCIALE E RIQUALIFICAZIONE URBANA
c/o Ordine Ingegneri di Cagliari, via Tasso n. 25 – Cagliari
giovedì 28.05.2015, ore 15.00 – 19.00
Oggi in Brasile si vive un periodo di forte riflessione sulle politiche dell’housing, del social housing, e dell´abitazione sociale. Da un lato vi sono i progetti che cercano di riprendere il controllo statale nei territori delle favela, da un altro lato troviamo i programmi statali legati alla produzione di abitazioni di massa. Vi sono, inoltre, tantissime iniziative dei movimenti sociali organizzati che vogliono produrre abitazioni a partire dai loro particolari interessi e modi di organizzarsi, così come esistono anche quelli
che vogliono edificare i vuoti che ci sono nelle aree centrali delle grande metropoli brasiliane. Tutte queste vertenze hanno, ovviamente, molto di positivo, ma anche di negativo. Ma, soprattutto offrono molti spunti di conoscenza e riflessione. Ad esempio, si può riflettere sulle modalità per
comprendere e riconquistare il territorio informale per lo stato e per la cittadinanza. Questo intento, quando significa solo ripulire il territorio, certamente non coincide con quella visione che definisce come prioritaria la urbanizzazione delle regioni informali. Quando l’obiettivo si esaurisce nella battaglia al narcotraffico o alla possibilità che i residenti della città formale possano andare normalmente, familiarmente, nella città informale questo processo si rivela incompleto. La massiva produzione di abitazione sociale in Brasile non è una novità, ma gli aspetti economici di questa ultima esperienza “Minha Casa Minha Vida” sono nuovi e molto importanti. Più di un programma di abitazione si può considerare come un programma economico, da dove derivano una serie di contraddizioni. Si producono tantissime unità, velocemente, ma anche in questo caso, non si produce
città. Diventa, quindi, molto importante capire queste dinamiche e le differenze tra la politica, i programmi ed i progetti d’abitazione, dove risulta necessario comprendere la fragilità di questi processi, per potere definire il modo de progettare e costruire nel secolo XXI, dove si abita molto
di più la città che la casa.